mercoledì 12 maggio 2010

10 maggio 2010: certe volte...

Data fatidica e da Mariangela Fantozzi, come al mio solito: arrivo serena e beata in Segreteria Studenti per chiedere informazioni su come sottoporre la domanda per le tesine da affiancare alla mia tesi di laurea, vecchio ordinamento.


La signora allo sportello mi chiede se ho già consegnato la domanda di laurea.
Io cado dalle nuvole: la risposta è no.


Depone a mio favore (oltre al rincoglionimento e alla fantozzaggine congeniti!) il fatto che, mentre i miei compagni di corso si stavano laureando, io avevo iniziato la mia lunga, lunghissima trafila lavorativa: prima tre anni in una multinazionale taiwanese come software engineer, dopo altri tre anni con Ufficiale in Marina... anni intervallati dal tentativo di studiare l'ultimo maledettissimo esame che mi separava dalla laurea sin da prima dell'inizio della mia fase di vita "lavoro a tempo pieno".
Non sapevo assolutamente nulla sulla procedura da seguire, ma mi ero basata totalmente sul mio relatore di tesi: passato l'esame, dopo anni e anni di sacrifici inauditi, lo contatto per chiedergli cosa fare, a quel punto, per laurearmi.
Mi risponde di stare tranquilla: a luglio mi sarei laureata.


E io tranquilla sono stata, nelle due settimane di vacanza totale che precedevano il mio appuntamento con lui, giorno 10 maggio 2010.


Arrivo tranquilla in Segreteria e ne esco sbigottita: nei tre quarti d’ora che precedevano la chiusura della Segreteria stessa avrei dovuto pagare un bollettino alla posta, scaricare dei moduli da internet (visto che in Segreteria non ne avevano), compilarli e consegnarli.
Quel giorno infatti scadeva la possibilità di presentare domanda di laurea con ritardo.

Corro ad un tabacchino: non accettano quel tipo di versamento.
Quindi corro come una disperata alla posta, in un giorno più soleggiato che a Ferragosto: avevo gli anfibi ai piedi…

Prendo il numero per la fila: ci sono OTTANTA persone prima di me, tutti anziani che devono ritirare la pensione (operazione da tempo massimo alla posta).
In tre quarti d’ora non ce l’avrei mai fatta.
Provo con il pagamento automatico, ma serve il Postamat e io non ce l’ho.
Una signora mi guarda impietosita, mi chiede, le racconto l’accaduto (cioè che se non pago quel versamento entro mezzogiorno non posso laurearmi a luglio), mi propone di fare scambio di numero: ha solo una quindicina di numeri meno di me, non cambia nulla.


Decido di giocarmi il tutto per tutto: faccio gli occhi dolci ad uno che è sulla linea di fronte agli sportelli (certe volte conviene proprio essere donna!!!).
Sfortunatamente ha solo qualche numero meno di me, ma mi suggerisce di chiedere a qualcuno dei dipendenti alle casse.
Gli occhi dolci hanno fatto colpo su un ragazzo allo sportello che mi dice di aver capito tutto e di andare da lui.
Ci vado.
Il vecchietto a cui tocca prelevare la pensione si sente dire dal gentilissimo ragazzo che è necessario che io paghi il mio versamento perché lui ha bisogno di soldi in cassa per dare la pensione e non ce ne sono (eh, beh, cinquanta euro avrebbero cambiato la situazione!!!).
Il vecchietto accetta molto carinamente (o interessatamente!!!) di farmi passare avanti.
Intanto la signora dei quindici numeri in meno ha trovato un'altra signora a cui chiedere il favore di farmi pagare il veramente (certe volte conviene proprio essere del Sud!!!).
Pago.
Ho un miliardo di centesimi da raccogliere come resto, quasi quasi sto per lasciarli lì... ma non vorrei far incazzare il cassiere gentile.


Scappo via, sempre sotto il sole cocente.


Torno al mio Dipartimento per cercare i moduli, ma nessuno ne sa nulla.
L’isola di aiuto studentesco è… affondata in alto mare: mi portano in Segreteria di Dipartimento, dove parlano a nome mio.
A nome mio??? Io li conosco da una vita quelli che lavorano lì!!!!
Cercano di aiutarmi perché fanno il tifo per me. Ma mi dicono che sono fuori tempo massimo con la richiesta delle tesine.
Dico di non preoccuparsi e di cercare di sistemare la questione della domanda della tesi, che è più urgente.
Loro chiamano in Segreteria Studenti la signora addetta alle domande, che mi dice (certe volte conviene proprio essere raccomandati… anche per certe sciocchezze!!!) che mi aprirà la porta anche dopo le 12.00.


Vado da lei che mi fa compilare dei moduli.
Ma ci serve pure la marca da bollo da 14 e rotti euro (dirlo prima no, eh???).
Corro di nuovo al tabacchino.
Torno dalla signora con 14 euro in meno e una marca da bollo in più.


Non ho il libretto per copiare gli esami: la signora mi stampa la mia situazione e io copio comodamente (certe volte conviene proprio essere raccomandati… anche per certe sciocchezze!!!).


Domanda completata: adesso il Rettore deve decidere se accettarla o no, visto che è stata presentata in ritardo “per motivi familiari”.


Mi tocca occuparmi delle tesine: torno in dipartimento.
Mi ripetono che sono fuori tempo massimo.
Mi gioco il tutto per tutto: vado a parlare con il Presidente del Corso di Laurea, ossia il prof. del mio ultimo maledettissimo esame, che ormai si è “affezionato” alla mia presenza pluriennale sui suoi libri!!!
Mi assegna le tesine: sono salva, almeno da questo punto di vista (certe volte conviene proprio essere mentecatti!!!).


Adesso non mi resta che aspettare di sapere se la domanda verrà accettata.

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